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29/10/2010

MACCHINE PER IL LEGNO: RALLENTA LA RIPRESA

Il terzo trimestre 2010, purtroppo, evidenzia segnali di rallentamento dopo due periodi caratterizzati da una ripresa piuttosto decisa, una dinamica che pare evidenziare una stabilizzazione del mercato su livelli ancora ben lontani da quelli pre-crisi. Oltreconfine particolarmente interessanti i mercati asiatici e sudamericani, anche in una prospettiva di lungo periodo; nel contesto domestico la mancata proroga della Tremonti-ter ha contribuito a frenare la ripresa registrata nel primo semestre.

La consueta indagine, svolta sulla base di un campione statistico che rappresenta l’industria italiana delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno, rivela un aumento del 32,1 per cento sull’analogo periodo dell’anno precedente. Gli ordini esteri sono cresciuti del 25,9 per cento, mentre per il mercato interno la crescita è del 39,1 per cento, dati significativi, ma decisamente più contenuti rispetto a quelli registrati nei primi sei mesi dell’anno.
Nel periodo in esame i prezzi hanno registrato un rialzo dello 0,6 per cento, mentre i mesi di produzione assicurata al termine del terzo trimestre 2010 sono attorno a 1,8.

L’indagine qualitativa: per il periodo luglio-settembre 2010 il 30 per cento degli intervistati indica un trend di produzione positivo, il 39 per cento stabile, mentre il 31 per cento dichiara un livello produttivo in calo.
L’occupazione viene considerata stazionaria dal 78 per cento del campione, in diminuzione dal restante 22 per cento. Le giacenze risultano stabili nel 52 per cento dei casi, in diminuzione nel 31 per cento e in crescita nel rimanente 17 per cento.

L’indagine previsionale delinea le dinamiche di breve periodo del comparto: sia sul mercato estero che per quello domestico la sensazione preponderante è la sostanziale stabilizzazione del livello degli ordinativi anche per gli ultimi mesi dell’anno. Secondo il 26 per cento degli intervistati nel prossimo periodo gli ordini esteri registreranno un aumento, mentre per il 65 per cento rimarranno stazionari. Il restante 9 per cento prevede invece un calo degli ordini da oltre confine (il saldo è pari a 17). Per quanto riguarda il mercato interno il 17 per cento del campione si attende un calo, a fronte della stabilità prevista dal 61 per cento degli intervistati e della crescita in cui crede il 22 per cento (il saldo positivo è pari a 5).



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