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21/07/2014

RICONOSCERE E DISCIPLINARE IL FUMISTA

Abbiamo posto qualche domanda a Giovanni Cardamone, presidente di Assocosma, che ha evidenziato questa necessità

Nata nel 1996, Assocosma è un’associazione nazionale di artigiani costruttori di stufe, fumisti, spazzacamini e altre categorie che operano su apparecchi e impianti di riscaldamento a biomassa e sulle opere di evacuazione fumi. L’impegno di Assocosma è di diffondere l’uso dei sistemi di riscaldamento a legna. Da sempre l'associazione si adopera a favore dell’ambiente, per migliorare sia la qualità degli impianti sia il sistema di combustione, così da ridurre le emissioni inquinanti: uno specifico codice deontologico vincola gli associati a tutelare la specificità della categoria. Abbiamo intervistato il presidente Giovanni Cardamone.

Quali sono gli obiettivi di Assocosma?
L'associazione ha valorizzato l’identità professionale degli associati con attività formative, che in precedenza erano costituite da semplici giornate di corso. Poi abbiamo capito che occorreva fornire un supporto più strutturato, per cui è stata creata un'apposita sezione formativa di docenti chiamata “Assocosmadocet”, che organizza percorsi formativi completi. Assocosma ha siglato accordi con altre associazioni, istituti scolastici statali, come l’istituto Ceconi di Udine (in cui abbiamo anche laboratori attrezzati con varie tipologie di apparecchi) e la scuola edile di Udine, ed enti, perseguendo il riconoscimento degli operatori a livello istituzionale e internazionale. Tali iniziative hanno l'obiettivo di migliorare le capacità e le competenze tecniche degli associati e degli operatori del settore, creando opportunità di ricerca e sinergie per lo sviluppo tecnologico.

A chi sono rivolti i corsi e come e dove si svolgono?
I nostri percorsi formativi sono sempre strutturati in fasi teoriche e pratiche e si rivolgono ad aspiranti fumisti, fumisti qualificati, installatori, manutentori di impianti a biomassa con potenzialità inferiore a 35 kW e spazzacamini. L’obiettivo di Assocosma, lo ribadisco, è di valorizzare l’identità professionale dei propri associati attraverso percorsi formativi completi e qualificanti e non semplici incontri tecnici.

La figura professionale del fumista dovrebbe essere riconosciuta e certificata? 
Stiamo lavorando da tempo per raggiungere questo obiettivo, che riteniamo primario e fondamentale per la legittimazione della nostra professione e per la contemporanea qualificazione del mercato. Ma è necessario che le istituzioni sappiamo dare ascolto alle nostre proposte, che in realtà sono poche perché non chiediamo molto. Perciò, sarebbe auspicabile una interfaccia più paritaria, serena e senza filtri con le istituzioni a tutti i livelli, scardinando l’atavica distanza tra il mondo del lavoro e la politica.

Siete favorevoli a una sorta di albo professionale europeo per la figura del fumista? 
Naturalmente tutto ciò che può essere propedeutico al riconoscimento della figura del fumista – inteso come costruttore di stufe in sito – è assolutamente utile, anzi è necessario. Osserviamo infatti che le abilitazioni del D.M. 37/08, per quanto importanti, non ci distinguono per esempio dai termoidraulici, e questo è paradossale se pensiamo che un maestro fumista ha competenze che vanno al di là della termodinamica, poiché le stufe ad accumulo costruite in sito sono un tutt’uno con l’edificio, per cui si genera quello che viene chiamato il “complesso edificio-impianto”.

Negli altri Stati europei esiste qualcosa del genere? 
Si è concluso da poco Veuko 2014, importante appuntamento dove due delegati di ogni Paese (attualmente 14 Stati europei) relazionano sulle attività svolte nel loro Paese per la formazione e il riconoscimento degli operatori del settore. In questo incontro è emerso che negli altri Stati i problemi sono sostanzialmente i medesimi che troviamo noi, con la differenza che vi sono meno barriere tra istituzioni e corporazioni/associazioni di artigiani, fermo restando che in alcuni Paesi europei la figura del fumista è legalmente riconosciuta e disciplinata, come anche quella dello spazzacamino.
Ciò significa che ognuno fa bene il proprio lavoro senza necessariamente sconfinare in quello di altre categorie, e questo ha una ricaduta diretta sui costi sociali, poiché nel nostro mestiere, che prevede la regimentazione del fuoco e del fumo, è dimostrato che laddove i lavori vengono realizzati con superficialità i costi sociali aumentano in termini di interventi di emergenza, come nel caso degli incendi, o dei costi sanitari per le vittime degli incidenti dovuti a cattiva installazione e/o manutenzione di impianti a combustione.



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