La Commissione europea ha presentato il 14 ottobre scorso la sua comunicazione "Politica industriale: rafforzare la competitività", che esamina in modo specifico i risultati dell'industria sul piano della competitività nei vari Stati membri.
Il quadro che ne emerge è quello di una ripresa economica ancora lenta e fragile, che si rispecchia anche nel pessimismo riscontrabile nel sistema economico europeo. Vi sono inoltre chiari rischi di una flessione della crescita dovuti ai mercati finanziari, all'aumento dei prezzi energetici e delle materie prime e alla necessità di un consolidamento dei bilanci.
L'industria dell'UE, però, è un'industria sana e ha le potenzialità per riportare l'economia europea sui binari della crescita. La chiave di volta, per la Commissione europea, è quella di rafforzarne la competitività globale.
Tra gli Stati membri, infatti, si riscontrano notevoli differenze: la produttività media del lavoro nel settore manifatturiero va da quasi il 125% del valore aggiunto lordo per persona occupata in Irlanda a meno del 20% in Bulgaria. La percentuale delle imprese innovatrici varia dall'80% in Germania al 25% in Lettonia. Le regolamentazioni business-friendly sono maggiormente sviluppate in Finlandia, mentre l'Italia si situa all'ultimo posto.
In presenza di queste differenze, la comunicazione incoraggia gli Stati membri ad attuare celermente le politiche necessarie per arrivare a una convergenza su livelli di competitività coerenti con la partecipazione alla zona dell'euro e al mercato interno.
I vari Paesi devono pertanto attuare politiche forti e coordinate all'indirizzo dell'industria e delle PMI. A tal fine, la Commissione è pronta a promuovere e a monitorare i miglioramenti strutturali poiché l'economia europea deve ritornare quanto prima sulla via della crescita.
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