Legna, pellet, cippato e segatura. E anche mais, sansa e nocciolino (sottoprodotti del processo di lavorazione dell'olio di oliva). Le caldaie policombustibili a biomassa di ultima generazione possono essere alimentate da tutte queste sostanze.
Sotto l'aspetto ambientale, l'energia prodotta da queste biomasse è molto più pulita rispetto a quella ottenuta dal gasolio o dal gas, perché la combustione delle biomasse rilascia nell'aria anidride carbonica, che è assimilata dalle piante, e quantità di zolfo e ossido di azoto inferiore a quella dei combustibili fossili. Inoltre, queste caldaie usano combustibili dal costo inferiore e, acquistandole, sia può usufruire degli incentivi statali (detrazione Irpef del 65% del costo dell'elettromestico e degli interventi per l'installazione).
“Queste caldaie sono vantaggiose sia in termini ambientali, sia per l’abbattimento del caro bolletta”, osserva Marco Narcisi, titolare G.F. Narcisi, negozio online che si occupa della vendita di prodotti di termoidraulica. “Per grandi sistemi centralizzati, come quelli per un condominio, per reti di teleriscaldamento che collegano più edifici (o comunque per impianti con potenza superiore ai 50 kW), uno dei combustibili ideali è il cippato. Per impianti unifamiliari o di dimensioni più ridotte, l’alimentazione a legna, sansa, segatura e pellet è la più classica, soprattutto se si ha accesso gratis o a buon prezzo al combustibile, e garantisce una resa molto elevata. Inoltre, la libertà di scelta del combustibile che queste caldaie consentono conferisce loro un indubbio valore aggiunto. Ricordiamo, infine, che queste macchine si prestano a riscaldare ambienti domestici di vario tipo, anche in presenza di impianti di vecchia fattura”.
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