Come ogni due anni, l'universo della ferramenta si è ritrovato all'Eisenwarenmesse di Colonia, che si è svolta dal 9 al 12 marzo scorso. Nonostante la crisi, la presenza dei marchi italiani è stata ancora una volta massiccia, ma a fare la parte del leone sono state sicuramente le aziende dell'Estremo Oriente, i cui stand hanno “invaso” anche i padiglioni principalmente “italiani”, in particolare il 4 e il 5.
Quali sono i motivi che spingono un'azienda a partecipare a un evento di queste dimensioni? Per scoprirlo abbiamo condotto un'inchiesta tra gli stand dei nostri connazionali, che ci hanno dato risposte contrastanti. Da un lato c'è chi afferma che quello dell'Eisenwarenmesse sia un appuntamento istituzionale al quale non si può mancare: l'assenza, infatti, fa più rumore della presenza e non essendoci si offre un'immagine negativa di se stessi all'intero mercato. Questo, a prescindere dalle reali prospettive di business della manifestazione. Per la stessa ragione, bisogna allestire esposizioni che stupiscano i visitatori e farlo comporta spese elevate, sempre più difficili da sostenere per le aziende italiane in questa congiuntura economica.
Per altri, invece, partecipare alla Fiera di Colonia è un modo per vedere buona parte di clienti, fornitori e agenti in un'unica occasione, evitando di effettuare numerosi spostamenti negli altri periodi dell'anno. Per altri ancora, la manifestazione è un'ottima vetrina per presentare ai buyer nuovi prodotti e nuove gamme. Per alcuni, infine, l'Eisenwarenmesse è un appuntamento dove si possono stringere nuovi accordi commerciali e attirare l'interesse di nuovi potenziali clienti.
Neanche questo evento, però, è immune dalla crisi: complice anche le giornate primaverili, l'affluenza dei visitatori non è stata quella sperata dalle aziende presenti con un proprio stand (secondo l'organizzazione il numero degli operatori è rimasto stabile), in particolare nei padiglioni 4 e 5, e di ciò molti espositori si sono lamentati.
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